giovedì 22 marzo 2012

AZNAMOUR - L'amore si prova ma non si fanno le prove

dal 20 al 25 marzo 
di Paolo Modugno 
con Gianluca Ferrato, Gabriele Colferai e Arianna Battilana 
al pianoforte Emiliano Begni 
direzione musicale e arrangiamenti di Maurizio Fabrizio 
regia Gianluca Ferrato 
produzione Nota Preziosa 
Sarà in scena dal 20 al 25 marzo al teatro Golden lo spettacolo dedicato al repertorio del grande chansonnier francese “AznaMour. L'amore si prova ma non si fanno le prove”.
Una commedia brillante a tre personaggi, scritta da Paolo Modugno. Uno scontro-incontro generazionale fra “l’uomo” (Gianluca Ferrato, che cura anche la regia) e una coppia di giovani interpretati da Arianna Battilana e Gabriele Colferai. Un “lui” e una “lei”. Tutto nasce da un annuncio su Facebook… All’inizio della storia, potrà sembrare che mai come oggi i linguaggi siano diversi e incompatibili. Forse, l’unica possibilità di mediazione può essere la musica e il tema che vi predomina: l’amore con tutte le sue declinazioni (la gioia, la delusione, l’abbandono, il tradimento, la noia). Temi prediletti da Charles Aznavour, le cui canzoni diventano pretesto e occasione per un confronto fra generazioni diverse. Sarà la musica a diventare il collante della storia che i tre racconteranno sul palcoscenico. Non una biografia quindi, ma una storia “altra”, che magicamente confluirà nelle canzoni, come se queste fossero state scritte apposta per la storia che viene raccontata.
I tre artisti affronteranno con un viaggio a 360° cinque parole/tema, in nome della reciproca comunicazione: l’Uomo e la Donna, l’Amore e l’Amicizia, la Famiglia, il Paese e la Società, la Vita e anche la Morte. Sono temi su cui le parole devono essere capaci di ironizzare, di scherzare, di giocare, di far ridere. Anche se, talvolta, il sentimento che predomina è un’intesa commozione.
Accanto ai protagonisti, in scena c'è Emiliano Begni al pianoforte. Lo spettacolo si chiude con una canzone inedita scritta da Maurizio Fabrizio, “La vita è un miracolo”.
L’eco delle parole e della musica del grande Aznavour ha già superato i confini nazionali ed ha raggiunto la casa del Maestro, che ha già garantito la sua presenza in una delle prossime repliche.
NOTE DI REGIA
Quando scrivi le note di regia, lo fai mentre lo spettacolo sta dando i primi segnali di vita: è un peccato e, forse, una presunzione. Dovresti aspettare di conoscere che effetto fa al pubblico quello che hai creato. Ma le regole si chiamano così mica per caso. Ci sono per essere rispettate. E, dunque, con la fiducia che mi riconosco, intrepido, scrivo.
E’ il quarto capitolo della mia vita da palcoscenico alle prese con storie “per”. Mia Martini, Luigi Tenco, Lucio Battisti e, adesso, Charles Aznavour. E stavolta l’impegno è duplice. Ne sono l’interprete e il regista. “E ancora morirò di gioia e di paura quando il sipario sale” canta Aznavour nel suo sempiterno “Istrione”. Sono queste le sensazioni che provo: gioia e paura. Alleate con me, che mi guardano e fanno il loro mestiere: farmi tremare e, forse, speriamo, esultare. Volevo, come regista, raccontare una bella storia. Io sono un instancabile amante delle parole pronunciate in scena. Qualcuno, credo in cattiva fede, vuol tentare di farci credere che loro, le parole, siano una razza in via di estinzione negli ultimi anni. Ma io sono convinto che si tratti di un falso storico. La gente, il pubblico, ha un desiderio mai tramontato di innamorarsi delle “storie” raccontate dagli attori. Da altri esseri umani che, coraggiosamente, o forse spudoratamente, mettono in scena i propri sentimenti. E in questo, gli altri, il pubblico, si riconosce. E si appassiona.
Ho fatto uno spettacolo, spero degno di questo nome. Leggero e denso. Come so fare. Come amo fare. Ho cercato di orchestrarlo come una partitura il più possibile compiuta. Ho cercato di far “suonare” non solo gli strumenti, ma anche gli essere umani che condividono con me quel benedetto spazio che è il palcoscenico. Sono due giovani: Arianna Battilana e Gabriele Colferai. Capaci, svicolati dai clichè, con un paio d’occhi a testa che non mentono. Che si fanno riconoscere. Credo nel loro talento e nella loro urgenza di raccontarsi nei personaggi che interpretano. Ed Emiliano Begni che suona il pianoforte e lo fa “parlare”. Con Gabriele ed Emiliano avevo già condiviso altri “viaggi”, in teatro. Indimenticabili. Con Arianna è la prima volta che siamo, insieme, “viaggiatori di un sogno”. Che bello è scoprire dei giovani talenti e offrir loro la possibilità di farlo emergere, quel talento. Che immensa emozione, “passargli/le” qualcosa che tu hai appreso. Reciteremo e canteremo. Insieme. Perché la Musica è sale nell’acqua. Le canzoni saranno quelle di Charles Aznavour. Che privilegio cantare tanta poesia. Non so come andrà, se il pubblico uscirà dai Teatri emozionato, come io, noi, speriamo, ma so che “quando tocca a me, puntuale, sono là, nel sogno sempre uguale…uguale”. Uguale da sempre, diverso ogni volta. Perché questo è il Teatro. Uguale e diverso. Come un giorno inventato.
Gianluca Ferrato 

NOTE D’AUTORE Amo le cipolline in agrodolce. Già, che c’entra? Niente è un modo per cominciare, un input. Per parlare della mia passione per coniugare elementi apparentemente contrapposti che ha condizionato tutto il mio lavoro, nelle varie discipline dello spettacolo. Quando Gianluca Ferrato, la primavera scorsa, si è presentato con un duplice regalo, un cofanetto di CD e un libro, ambedue di Charles Aznavour, non sapevamo, né io, né lui, che il regalo era triplice: mi aveva messo davanti a una sfida: coniugare il mondo musicale di Aznavour, fatto di sconfitte sentimentali, di rinunce, di abbandoni (sono rare le canzoni sull’amore felice), e il “personaggio” Aznavour, il suo impegno a favore del popolo armeno, con qualche altro ingrediente, forse contrapposto. Quello che sapevo con certezza era che non sarebbe mai stato un “biopic”, anche perché non ci sarebbe stato granché da raccontare della vita di questo grande cantante e interprete (non sempre le due cose si sposano). Poi, mi è venuta in soccorso la realtà, quella del nostro Paese, che è molto mutata, recentemente, ma che ha mantenuto una costante che può rivelarsi foriera di serie conseguenze sociali. Ci ho provato. Il lavoro con Gianluca e con Laura, la sua preziosa assistente, è durato fino a dicembre, un lavoro “di branco”, così come avviene nei casi più fortunati. E ora è lì, sulla scena.
Paolo Modugno

Orario spettacolo ore 21.00 
Prezzo biglietti intero € 22,00 ridotto € 17,00 
Teatro Golden 
Info 06.70493826

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